Ghost In the Shell – Manmachine Interface sabato, Apr 2 2011 

Tratte dal manga che dovrebbe concludere la serie, troppo criptico per capire che ne sarà della forma senziente di silicio che nasce alla fine… e per ipotizzare quanto ci sia della Motoko del primo manga nella protagonista. Il perchè abbia scelto come cognome Aramaki, rimane un mistero.. e lei stessa si chiede se il suo io sia quello della prima Motoko o se lei stessa sia una delle copie figlie.. insomma un vero caos letterario XD! Ma Ghost in the Shell è così.. ed ognuno può scegliersi il finale alternativo che desidera.. Motoko d’altronde non sembra mai passarsela male 😉

No, è nata sotto tre stelle di fuoco… e ha una spada per domare le fiamme.
Ha una spada nel cuore ed il veleno in bocca. Ama il dolore e la violenza. E’ come un santo, o come un demone.

–         Che ci fai in questa terra di morti? (è nel comune, tra i cataloghi)

–         Qui i morti continuano ad avere un’esistenza, seppur privi di mente e di corpo.

–         Le parole sono lo specchio della mente, e le pagine ne sono il corpo. La definizione di vita è soggettiva…

–         Tu hai dei sogni?

–         Vuoi dire uno scopo da raggiungere? O un’utopia che si attende senza speranza?

–         Cos’è la realizzazione di se stessi?

–         Se questo fosse il migliore degli istanti in prospettiva, la somma di questi istanti finirà per essere la migliore vita possibile.

      (Motoko con un’arma in mano, in una sorgente piena di sangue).

–         E’ per questo che riesci ad accettare persino la morte?

Ma alcuni affermano che la nostra esistenza sia solo il breve sogno di un feto chiamato universo, e che il tremito dell’albero sia solo il battito del suo cuore. (l’albero è nell’universo stesso… è una leggenda).

Ghost in the Shell: Stand Alone Complex sabato, Apr 2 2011 

Le citazioni che mi avevano colpito la prima volta che l’ho guardato…

Aramaki: Sopravvivere, ad ogni costo.

Batou: E così, per la sezione 9 è arrivata la fine, tutto quello che abbiamo costruito andrà in fumo

Motoko: Davvero? Beh, è stato bello avere gli equipaggiamenti più avanzati, le ultime tecnologie ed i migliori centri di manutenzione, ma era tutto qui.. basta trovare uno sponsor.. o c’è dell’altro? Ti eri forse affezionato al posto, Batou?

Batou: Ma no, non è questo.. quello che abbiamo, sono più che altro bei ricordi, ecco tutto.

Motoko: …“Bei ricordi”? Come sei sentimentale.

Batou: A proposito di ricordi, che fine ha fatto l’orologio che porti sempre?

Motoko: diversamente dal solito, l’ho lasciato accanto al letto della Safe House. E’ probabile che anche il mio appartamento sia già stato sequestrato.

Batou: Non ti spiace? Quell’orologio ti è stato regalato quando hai portato a termine il resize del tuo corpo artificiale, giusto? Anche se non so da chi l’hai ricevuto.

Motoko: Davvero? Non fraintendere, non lo portavo per ragioni di tipo sentimentale.

Batou: Non hai scelto di avere un corpo artificiale di modello femminile, perché ci tieni ad avere un polso sottile per mettere quell’orologio?! Un corpo, una scatola cranica si sostituiscono, ma alcuni oggetti non si possono cambiare!!

Motoko: perché ti scaldi tanto? A seconda delle circostanze ho cambiato sia cranio che corpo e potrei anche cambiare memoria. (…) Adesso basta con le chiacchiere. Quando usciremo non potremo mai più metterci in contatto. Se ci incontreremo di nuovo, probabilmente non sarò più la stessa. Adesso Batou, devi pensare solo alla tua sopravvivenza.

Batou: In fin dei conti, la vita è mia, no? Questo significa che posso farne quello che voglio.

Tizio: perché non chini la testa e non chiedi umilmente quello che vuoi?

Aramaki: avrebbe senso farlo, se la persona che ho di fronte fosse in una posizione superiore alla mia, non sei d’accordo.

Tachikoma: perché non funziona?

T2: è un proiettile difettoso

T1: Dio… noi… che esseri deboli… siamo.

Motoko (ma il T crede che sia la Madonna): non è così. Quello che voi avete conquistato, è tutt’altro che debole.

T1: questa voce…

T2: è l’ultima occasione. (…) Adesso!!

T1: Signor Batou… addio, signor Batou.

Batou: A proposito, mi stavo dimenticando di consegnarti questo.

Motoko:  come pensavo…

Batou: non importa quante volte hai cambiato corpo artificiale, questo orologio ha continuato a registrare il tempo che hai vissuto. Il perenne scorrere del tempo. Le persone si affidano a dispositivi di memoria esterni perché desiderano registrare qualcosa come prova della loro identità, del loro io. Quell’orologio non è l’unico oggetto, che può definire chi sei? Non è forse il tuo dispositivo di memoria esterna?

Motoko: Dì’ un po’.. un discorso così serio, quando te lo sei preparato, eh? Un orologio ed un attrezzo da palestra, finora ci siamo entrambi aggrappati a frammenti di memoria assurdi, vero?